TripAdvisor e la sanità possono trarre beneficio dalla blockchain. Come facevano gli alimentari

07.Dic.2018Interviste

Le piccole comunità hanno iniziato ad utilizzare registri distribuiti ben prima dell’invenzione della blockchain. Certo, erano versioni della tecnologia molto più semplici, ma di fatto funzionavano allo stesso modo. Ed è un qualcosa che tutti coloro che sono nati prima della rivoluzione tecnologica hanno sperimentato nella loro vita. Fausto Villani, CEO di TBoxChain, ci ha raccontato una storia che spiega bene di cosa stiamo parlando: «Era l’estate del 1982. Mentre l’Italia vinceva la Coppa del Mondo in Spagna, a Melfi, un piccolo paese della Basilicata, nonna Lina chiedeva al nipote Michele, di sei anni, di comprarle un pacco di pasta e un pacco di zucchero al negozio di Graziella. Gli dava un pezzetto di carta su cui aveva segnato queste due cose, che scriveva anche su un quadernetto colorato. Michele andava da Graziella, le dava il bigliettino e prendeva zucchero e pasta; nel frattempo, anche Graziella segnava gli acquisti sul suo quaderno. Poi, in un secondo momento, Lina andava da Graziella, controllavano i loro quaderni e Lina pagava le cose che aveva comprato. Beh, questa è una comunità basata sulla fiducia e su un registro distribuito, no?».

In realtà, lo è. Tuttavia, il progetto di Villani è un esempio della mancanza di fiducia nella società di oggi. Un problema che può essere affrontato con la blockchain. Come ci ha spiegato, la sua TBoxChain consente di certificare le recensioni on line: «Se mettiamo questa scatola nei ristoranti, negli alberghi, nei musei o in altre attrazioni, saremo sicuri che la persona che vuole pubblicare una recensione abbia effettivamente visitato quel posto. Infatti, per poter procedere dovrà avvicinare il suo telefono alla scatola e registrare su blockchain la sua posizione geografica. Una specie di TripAdvisor certificato.

Molti hanno immaginato (e qualcuno ha dato vita a) un TripAdvisor per il settore sanitario, in cui pazienti recensiscano medici e strutture. Molti, di nuovo, hanno immaginato (e iniziato) ad applicare la blockchain in sanità (un settore in cui, secondo Villani, «la parola ‘fiducia’ è usata raramente») perché I vantaggi sono enormi: «Pensiamo alle prenotazioni e al rischio che qualcuno salti la fila – afferma Villani -: la blockchain può aiutare a tener traccia degli appuntamenti e superare il problema. Un’altra possibile applicazione è legata al fascicolo sanitaria elettronico, di cui si parla tanto ma che in realtà non è ancora molto comune: la blockchain potrebbe risolvere molti problemi legati all’interoperabilità e la privacy».

Per realizzare questi progetti, tuttavia, sono necessarie persone tecnicamente in grado di farlo. Dobbiamo quindi formare coloro che lavoreranno con la blockchain: «È una sfida all’istruzione – come l’ha definite Villani – perché la blockchain non è solo una tecnologia, ma è l’interazione di tecnologia, innovazione sociale e innovazione organizzativa. Costringe quindi il Sistema educativo a creare nuovi percorsi formativi interdisciplinari». Ed è proprio questo l’obiettivo del Master in Blockchain ed Economia delle Criptovalute che la Link Campus University e Consulcesi Tech stanno organizzando.